Tutta la mia produzione è un’evoluzione consapevole e graduale nel tempo. Scelte dettate da una necessità espressiva che poi si sono tradotte nella realizzazione di opere su tavola.
Mi sono sempre concentrato sullo spazio della superficie che contenesse ed ospitasse le forme e la sintesi dell’immagine. Pochi elementi, o un solo elemento, che fosse un punto di attenzione visivo per l’osservatore. Nessuna distrazione. Ho iniziato la mia ricerca partendo da soggetti figurativi estrapolati dal contesto della mia realtà; sono nati quadri dedicati alle zucche ai melograni. Forme tonde, avvolgenti e femminili.
In questa primissima ricerca, però, mi mancavano delle forti motivazioni che connotassero la mia arte. La risposta l’ho trovata nella mia terra e l’azione è stata quella dello scavare, entrarvi dentro, alla ricerca di quell’essenza primordiale. In questo ho seguito l’esempio di mio padre. Avevo bisogno di concretezza, di storie locali alle quali ispirarmi, avevo bisogno di raccoglierle, di farle mie quelle radici.
I miei quadri dovevano essere un corpo, da qui la necessità di attingere alla materia.
Ho sperimentato e resa concreta questa ricerca realizzando alcune opere come “rosso senza titolo” e “mio padre” che rappresentano l’inizio di questo viaggio.
Utilizzando la materia mi si sono dischiuse anche altre percezioni, di come essa, interagendo con la luce, vive. Cambiando semplicemente l’angolazione della fonte luminosa muta anche la stessa sostanza di cui l’opera è fatta, si potrebbe compiere un giro a 360° sulla superficie e ogni volta la materia muta la sua drammaticità.
L’opera diviene un corpo vivo, dinamico, un corpo in divenire.
All of my work is a conscious, gradual evolution. Choices dictated by an expressive necessity, choices translated into the creation of works on wooden panels.
I have always concentrated on the space defined by the surfaces that contain and accommodate the forms and synthesis of the image. Few elements, or a single element, functioning as a point of visual attention for the observer. No distraction. I began my research using figurative subjects in my surroundings. This resulted in paintings of squashes and pomegranates. Round forms, enveloping and feminine.
In this early research, however, I did not feel sufficiently personally motivated. I found the connection I was missing in the material world around me and in my relationship to it. So I decided to excavate, to delve into that world, searching for a primordial essence, inspired in so doing by the example set by my father. I was searching for concreteness, for local stories that would inspire me. I needed to collect them, to make those roots my own. I wanted my paintings to be a body and this gave rise to the necessity to make use of material substances.
As I worked with various previously untried materials, other perceptions unfolded. I discovered how materials interact with light and come alive. Simply changing the angle of the light source changes the very substance of the piece. A 360° rotation around the surface would reveal how the dramaticity of the material changes.
The work becomes a living body, dynamic, a body in the act of becoming.